Itinerario alla scoperta di Brienza

Brienza è una delle poche città della Basilicata che ha maggiormente conservato integra l’architettura dell’ antico borgo medioevale (oggi disabitato dopo il terremoto del 1980). 

A Brienza  è possibile visitare uno dei  borghi medioevali più interessanti del mezzogiorno d’Italia. Le sue origini risalgono all’anno 1000 quando un primo nucleo iniziò a insediarsi intorno al Castello, fulcro di tutto il borgo.

Il borgo di Brienza si  caratterizza per il modello ad avvolgimento centripeto avente per fulcro naturale proprio il Castello Caracciolo, posto alla sommità di un colle, dal quale si divincolano una miriade di case e casette, aggrappate alla roccia scoscesa.

Inizio del tour

La visita al borgo inizia dalla fine di Via Mario Pagano, a pochi metri dalla Piazza del Sedile e dal B&B La Voce del fiume,  dove anticamente era situata una delle porte di accesso, da qui si inerpicano sul poggio due stradine, quella di Santa Maria a sinistra e della di San Michele dei Greci a destra. Più giù, verso il fiume, si alza ancora il perimetro dell’antichissima Chiesa di San Martino, probabilmente il primo centro di culto della “Burgentia Fidelis”.  A nord  del castello, la torretta di guardia (“Trucedda” – torretta) che domina sul punto di confluenza di due torrenti (il Pergola e il Fiumicello).

La visita al borgo di Brienza  abbandonato dopo il sisma degli anni 80, include anche la visita alla Chiesa Madre dell’Assunta, probabilmente risalente alla fine dell’Xl secolo e posta proprio alle pendici del Castello. L’interno si presenta diviso in tre navate (ma originariamente potrebbe essere stata una sola), con un prezioso altare maggiore bicromo con decori in oro. Nella navata sinistra è posto un secondo altare, del 1729, arricchito da un palliotto a motivi floreali. Di notevole interesse è il coro ligneo risalente al 1769 e la cantoria finemente lavorata e arricchita di un organo. Sul fonte battesimale – un’acquasantiera in pietra lastricata –  dove troviamo scolpito lo stemma della famiglia Caracciolo.

Dopo la visita alla Chiesa Madre dell’Assunta, si continua a salire sino ad arrivare al Castello Caracciolo.

La rocca era, forse, un’antica fortezza angìoina di cui rimane traccia nel mastio cilindrico, che emerge dalla massiccia mole e nella semitorre circolare, situata al centro della cinta muraria per interrompere l’uniformità della cortina e assicurare una più efficace difesa.Nel Medioevo si presentava protetto, secondo il metodo delle fortificazioni longobarde, con le case addossate le une alle altre, che costituivano una valida difesa da eventuali attacchi nemici. Una scalinata in pietra, a cielo aperto, conduce ad un terrazzo a terrapieno posto davanti all’ingresso principale. Un’antica tradizione attribuisce al castello 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno.

I Caracciolo, con alterne vicende, rimasero proprietari del feudo e del castello fino al 1857, anno in cui l’ultima esponente della famiglia lo lasciò in eredità ad un nipote. Iniziò da questo momento la lenta decadenza del maniero; infatti, alla morte di quest’ultimo erede, il feudo passò a vari feudatari e amministratori che si disfecero, con una serie di vendite, dei beni rustici lasciando in completo abbandono il castello (fortemente danneggiato dal sisma del 1857). L’ultimo proprietario, il De Luca, lo donò, infine, a un cittadino di Brienza, Francesco Mastroberti, il quale cominciò a vendere quanto di vendibile rimaneva nell’antica costruzione per mantenere i suoi 18 figli in un paese che non aveva ormai più niente altro da offrire.

Il maniero, che all’inizio del 1900 è stato dichiarato di interesse storico, subì, in seguito al terremoto del 1980, il crollo della parete est e della parete sud. Attualmente in fase di radicale restauro, sono stati portati alla luce e recuperati le originarie pavimentazioni di numerosi ambienti e ritrovate varie statue, in pietra dura locale, poste in Municipio, in attesa di restauro; durante l’Estate, il borgo antico e il Castello sono lo scenario e i soggetti principali di numerose manifestazioni e rievocazioni, tra le più importanti della regione, che continuano ad attrarre migliaia di visitatori.

La visita a Brienza continua con la  Piazza del Municipio dove si erge il monumento a Francesco Mario Pagano, cittadino di Brienza vissuto nel XVIII secolo, martire della Repubblica Partenopea. Segue il Convento dei Frati Minori Osservanti risalente al 1571, attualmente sede del Municipio il cui chiostro presenta un  importante ciclo di affreschi di Leonardo Giampietro del 1741 di scuola Michelangiolesca.

l tour di Brienza si chiude con la visita alla Chiesa del Santissimo Crocifisso, a monte dell’abitato, dalla cui altura è possibile ammirare non solo la cittadina di Brienza e i paesi circostanti, ma un’intera area circondata da boschi e alla Roverella , quercia ultrasecolare (la sua età è stimata tra i quattrocento e i mille anni), situata in uno degli scorci più suggestivi del territorio burgentino, ad oltre 1000 metri di quota: essa rientra nelle prime venti piante più grandi d’Italia e, per abbracciarla completamente, ci vogliono più di sette persone.